Jason Momoa De Noi Andri

C’era una volta un ragazzo di nome Giaci. Ora, Giaci non era il tuo tipico ragazzo della porta accanto. No, lui era più del tipo “Oh mio Dio, è Jason Momoa che fa la spesa al supermercato locale?”.

Con i suoi capelli neri e mossi, un fisico che poteva far impallidire un bodybuilder e una barba che avrebbe fatto invidia a un boscaiolo, Giaci sembrava più un supereroe di Hollywood che un normale cittadino.

Ovunque andasse, la gente lo guardava come se avesse appena visto un unicorno. “È Aquaman?”, “Jason Momoa ha un fratello gemello?”, “Dov’è il tuo tridente, Giaci?” erano solo alcune delle domande che sentiva quotidianamente.

I suoi amici si divertivano un mondo. “Ehi Aquaman, hai parcheggiato il tuo cavalluccio marino nel parcheggio a due piani o l’hai lasciato nel Mar dei Sargassi?”, oppure “Giaci, quando inizi le riprese del tuo prossimo film?”.

Ma Giaci non se la prendeva. Anzi, adorava l’attenzione. Dopotutto, chi non vorrebbe assomigliare a un supereroe del grande schermo?

Un giorno, al parco, un gruppo di bambini gli corse incontro chiedendogli se poteva fare qualche acrobazia da supereroe. Giaci rise e con un salto mortale atterrò sul prato, come se fosse appena emerso dalle profondità dell’oceano. I bambini applaudirono e risero, e per un momento, Giaci si sentì come il vero Aquaman.

Da quel giorno, Giaci decise di utilizzare la sua somiglianza con Aquaman per fare del bene. Iniziò a visitare gli ospedali pediatrici, facendo sorridere i piccoli pazienti con le sue pose da supereroe e le sue esilaranti battute.

E così, Giaci, il ragazzo che assomigliava ad Aquaman, divenne un eroe a modo suo. Non perché potesse nuotare più veloce di un delfino o sollevare un camion con una mano, ma perché sapeva come far sorridere le persone. E alla fine della giornata, non è forse questo il superpotere più grande di tutti?

sopra: il sorriso di Giaci, che riusciva a far sollevare l’umore di tutti i bambini malati terminali.